L’Ospedale Pederzoli di Peschiera del Garda è riconosciuto dalla SIO (Società Italiana dell’Obesità) come Centro di elevata specializzazione per la diagnosi, la presa in cura e la definizione del piano terapeutico per il paziente con Obesità. L’obesità è oggi riconosciuta come una patologia a tutti gli effetti e per fattori ambientali, alimentazione e stile di vita è in forte crescita nel mondo.
A tale riguardo abbiamo fatto una chiacchierata con la Dott.ssa Maria Grazia Zenti, alla guida del
Servizio di Diabetologia e Malattie Metaboliche dell’Ospedale Pederzoli
Che differenza c’è tra obesità e “sovrappeso”? Esiste un discriminate preciso?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) definisce l’obesità come una patologia cronica caratterizzata da un eccesso di grasso corporeo che può causare problemi medici, psicologici, fisici, sociali ed economici. Pertanto l’obesità è una patologia seria, riconosciuta come un problema di salute pubblica. Il parametro più utilizzato per la classificazione del peso corporeo è l’indice di massa corporea (Body Mass Index, BMI) che viene calcolato con una formula: BMI= peso in Kg / (altezza in metri)². Si considerano normopeso le persone con un BMI non superiore a 25. Per un BMI tra 25 e 30 si parla di sovrappeso; tra 30 e 35 di obesità di I grado; tra 35 e 40 di obesità di II grado; sopra i 40 di obesità di III grado.
Quante sono le persone che in Italia soffrono di obesità? Che età hanno? Sono più gli uomini o le donne?
Secondo i dati del triennio 2017-2020 dei sistemi di sorveglianza PASSI e PASSI d’Argento, l’obesità riguarda l’11% degli adulti e il 14% degli ultrasessantacinquenni, mentre il sovrappeso riguarda il 30% degli italiani.
Tra gli adulti l’obesità cresce con l’età ed è più frequente fra gli uomini rispetto alle donne (12% vs 10%).
È aumentata la diffusone di questa patologia? E se sì come se lo spiega considerati “i canoni estetici” da un lato e la “moda salutista” dell’altro?
La prevalenza dell’obesità e in crescita in tutto il mondo.
Le modifiche dello stile di vita degli ultimi decenni, con l’aumento della sedentarietà sia nel lavoro che nella quotidianità e la grande disponibilità di cibi ad elevato contento calorico (bibite, snack) spiegano l’aumento della prevalenza di questa patologia in tutti i paesi occidentali.
Quali sono i primi “segnali di allarme” di questo disturbo?
L’obesità danneggia la salute, riduce la qualità di vita e conduce a morte prematura. L’eccesso ponderale rappresenta infatti la porta d’ingresso di numerose malattie croniche che hanno importanti conseguenze sulla longevità, come il diabete, l’ipertensione, lo scompenso cardiaco, l’insufficienza respiratoria, la disabilità legata all’artrosi e alcune forme di cancro.
Pertanto, accanto al monitoraggio del peso corporeo, vanno valutati periodicamente diversi parametri come i valori pressori, la glicemia, i lipidi plasmatici.
L’obesità è riconosciuta ormai a tutti gli effetti come una patologia. Quanto incide la componente alimentare/ambientale e quanto invece quella psicologica?
L’obesità è una malattia cronica che riconosce cause genetiche, endocrine, metaboliche ed ambientali. Pertanto le abitudini alimentari e il contesto ambientale hanno grande rilievo in alcuni soggetti. Inoltre patologie psicologiche come depressione e/o ansia condizionano il comportamento alimentare con l’utilizzo consolatorio del cibo. Tutti questi aspetti di fatto possono coesistere ed è fondamentale mettere in atto strategie di cura personalizzate per ciascun paziente
L’obesità ha natura genetica?
Esistono alcune forme di obesità genetica, che tipicamente si manifestano nell’infanzia. Le più studiate sono tre (Deficit del recettore della melanocortina-4 ; Deficit congenito di leptina e Deficit del recettore della leptina) e si caratterizzano per aumento incontrollato dell’appetito e disfunzioni endocrinometaboliche. Accanto a queste rare obesità monogeniche, le forme più comuni di obesità sono comunque condizionate da Fattori genetici complessi che si stima possano incidere per circa il 25% nello sviluppo di questa patologia
Spesso le persone obese sono vittime del così detto “stigma sociale”. Da dove nasce questo atteggiamento e cosa si può fare per prevenirlo?
Il termine “stigma” deriva dal latino stigma e significa marchio, macchia. Come riportato da numerosi studi, le persone affette da obesità subiscono pregiudizio e discriminazione a causa del loro peso corporeo. I soggetti con sovrappeso e obesità vengono percepiti come pigri, non motivati, dotati di scarso auto-controllo, meno competenti. Lo stigma sociale dell’obesità si traduce in disparità di trattamento in ambito lavorativo, sanitario, ed educazionale a causa di stereotipi negativi ma purtroppo diffusi. Lo stigma sociale per l’obesità è purtroppo presente anche nei messaggi diffusi dai mezzi di comunicazione
Per prevenire lo stigma dell’obesità le società scientifiche e le associazioni di pazienti stanno lavorando per mettere in atto azioni di contrasto per combattere le discriminazioni in ambito lavorativo e il bullismo nelle scuole. E’ importante creare una nuova cultura al fine di evitare l’uso di immagini negative e linguaggi inappropriati.
Cosa deve fare una persona che soffre di obesità?
Riconoscere il problema è il primo passo, e poi parlarne con il proprio medico di medicina generale che sicuramente potrà suggerire accertamenti di primo livello per valutare la presenza di comorbidità.
Cosa trova in Pederzoli una persona che presenta questa patologia?
Il paziente con obesità trova nell’ospedale Pederzoli un percorso dedicato (prenotazione con visita malattie del ricambio) per l’ iniziale inquadramento endocrino-metabolico-nutrizionale e se necessari accertamenti di secondo livello. La base del trattamento del sovrappeso e dell’obesità è rappresentato dalle modifiche dello stile di vita con l’acquisizione di sane abitudini alimentari e l’introduzione di un certo livello di attività fisica regolare. Il supporto farmacologico può aiutare il paziente a mantenere l’aderenza al programma di modificazione dello stile di vita e può incrementare l’entità del calo ponderale migliorando lo stato delle complicanze legate all’obesità e la qualità di vita. In situazioni particolari può essere valutata anche la chirurgia bariatrica che attualmente rappresenta il mezzo più efficace per l’induzione e il mantenimento nel tempo del calo ponderale.
Cosa significa che l’Ospedale Pederzoli di Peschiera del Garda è un centro Accreditato per la cura dell’obesità?
Significa che l’Ospedale Pederzoli è riconosciuto dalla SIO (Società Italiana dell’Obesità) come Centro di elevata specializzazione per la diagnosi, la presa in cura e la definizione del piano terapeutico per il paziente con Obesità, garantendo adeguati standard di qualità e continuità nell’assistenza. Il Centro si avvale di un team multidisciplinare (Specialista in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Dietista, Psicologo, Cardiologo, Epatologo, Pneumologo, Fisiatra, Ginecologo, Pediatra) per una presa in carico personalizzata di ciascun paziente.