L’Equipe di Ortopedia del Ginocchio, composta dai dottori Fabrizio Lugli, Anna Maria Barzoi e Marco Ceschi, sta procedendo ad effettuare sempre più interventi di protesi al ginocchio utilizzando la tecnica robotica ortopedica Mako.
Utilizzata all’Ospedale P. Pederzoli da alcuni mesi, la tecnica, messa a punto negli Stati Uniti, prevede la progettazione al computer del tipo di impianto da usare in sede operatoria combinando i dati rilevati dalla Tac tridimensionale con le rilevazioni intraoperatorie, effettuate con un sistema di telecamere ad infrarossi. In questo modo si rende l’intervento altamente personalizzato e si garantisce al chirurgo di eseguire con precisione di un decimo di millimetro la fresatura dell’osso che consentirà l’alloggiamento dell’impianto protesico, e al paziente di “sentirsi” come prima dell’instaurarsi della patologia che lo ha costretto alla protesi.
La tecnica Mako permette quindi un accesso mini-invasivo alla sede operatoria che consente di rispettare i tessuti periarticolari nonché di rimuovere la minor quantità di osso del paziente per ristabilire il corretto asse della gamba (che dovrà essere della lunghezza corretta e avere la giusta tensione legamentosa).
Come afferma il dott. Lugli “utilizzando questa tecnica si ha la sensazione di riuscire a tenere sotto controllo, sia in fase di programmazione che in fase di esecuzione dell’intervento, tutti gli aspetti relativi alla massima precisione nel posizionamento della protesi, ottenendo vantaggi non solo sulla qualità dell’impianto ma anche sui tempi di ospedalizzazione e recupero per il paziente”.
Un ulteriore vantaggio per il paziente derivante dall’utilizzo della tecnica robotica ortopedica Mako è la netta riduzione del periodo di ricovero e della durata del periodo di riabilitazione.